La ricerca artistica di Fabio Iemmi affonda le sue matrici nella materia.
Il lavoro di ricerca relativo alla pelle dell’architettura costituisce un corpus importante nelle sue modalità espressive. Calci, inerti, pigmenti, ossidanti naturali e trattamenti di superficie sono caratterizzanti le sue opere mobili o gli apparati che realizza direttamente su setti murari.

La pittura di Iemmi è di matrice astratta, anche se codici riconoscibili caratterizzano alcuni cicli pittorici. Predilige l’affresco e la pittura su intonaco e le opere richiedono accorgimenti tecnici e conoscenze specifiche per poterne garantire efficacia nel corso del tempo.
Il rapporto spazio-tempo-materia e l’estetica insita nella materia stessa sono linee guida del suo lavoro artistico. Opere che mutano come mutano le opere realizzate su muro.


Superfici alcaline, basiche, pigmenti minerali, metalli, terre naturali, ossidanti, pietre dure, risentono del contesto ambientale e dello scorrere del tempo. Tratte da sue opere materiche realizza a telaio opere tessili. Le modalità di tessitura sono possibili attraverso la realizzazione di cartoni informatici dove è possibile governare contesto, impalcato, filati.
Predilige la tecnica jacquard dove fronte e retro si traducono in due restituzioni di
equivalente intensità. Superando l’antinomia tra tecniche storiche e modalità
contemporanee, le ultime opere sono direttamente connesse al repertorio delle pietre dure.

La storia della pittura e delle tecniche su muro ne sono testimoni. Malachite, azzurrite, lapislazzuli, corniole, onici, corallo fossile… sono un contributo alla meraviglia del colore e alla vibrazione della materia in presenza di luce naturale o artificiale.

Attraverso una ricerca iniziata intorno all’anno 2001, reperisce blocchi di pietre dure o materiali di risulta delle lavorazioni delle pietre semipreziose, che attraverso mulini artigianali macina e porta alla dimensione di inerti a differenti granulometrie. Utilizzate in purezza o come inerti, costituiscono l’impronta guida degli ultimi lavori pittorici e su muro.

Avendo ricoperto ruoli specifici in progetti europei e percorsi legati ai criteri dell’Accessibilità Universale e della fruizione per tutti dei beni culturali, ha creato ambienti olfattivi, tattili e cromatici, non solo finalizzati ad una estetica intrinseca alla qualità dei manufatti realizzati, ma vere e proprie guide plurisensoriali di cui epigoni i progetti vietato non toccare (UNISI) e Archaeology Without Barriers (UE).
Una sorta di taumaturgia del colore e dei cristalli appartiene, solo un po’ e per chi sa
cogliere, all’anima segreta dei suoi lavori.